CELLULE DI EVANGELIZZAZIONE

LE CELLULE 
 DI 
EVANGELIZZAZIONE 
 
Che cosa sono?

LE CELLULE e il processo di evangelizzazione

Evangelizzare è la chiamata e la missione di ogni cristiano. Nella nostra comunità, la riscoperta di questa chiamata è avvenuta attraverso il sistema di cellule di evangelizzazione.





  IL GRANDE MANDATO


Il senso del vangelo è quello di affidare un incarico da svolgere, la sua caratteristica è di essere missionario. È il grande mandato che ci raggiunge attraverso le parole di Marco (16,15): «Andate per il mondo. Proclamate la buona notizia a tutto il creato».



STRADA FACENDO
All’inizio del suo discorso apostolico Gesù dice: «... e, strada facendo, annunciate che il regno dei cieli è vicino» (Mt 10,7). Non bisogna dunque aspettare che i lontani si avvicinino e neppure è necessario andare a cercarli apposta, chissà dove. Gesù ci dice di evangelizzare «strada facendo», cioè mentre andiamo e viviamo nei nostri luoghi consueti.
Gesù non permette all’uomo di Gerasa, che aveva appena liberato dallo spirito immondo, di seguirlo, gli dice invece: «Va, nella tua casa, dai tuoi, e racconta loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato» (Mc 5,19).
Ecco da che cosa è nata l’intuizione che sta alla base del metodo di evangelizzazione attraverso il Sistema di Cellule .

UNA PAROLA STRANA: «OIKOS»
Frequente nel Nuovo Testamento, questa parola significa casa, ambiente, famiglia in senso allargato, insomma il mondo in cui si svolge la vita quotidiana di ciascuno. Esso comprende quattro fondamentali categorie di persone:
  • i parenti
  • i vicini di casa
  • i colleghi di lavoro
  • coloro che hanno i nostri stessi interessi.
Evangelizzare attraverso l’oikos vuol dire trarre vantaggio dal fatto che i luoghi frequentati abitualmente sono i più favorevoli per annunciare il regno dei cieli, perché lì si sono già stabilite relazioni consolidate. Non bisogna creare occasioni, basta cogliere quelle che si presentano.
 LA "BOMBA"




Il processo di evangelizzazione dell’oikos si svolge in sei fasi che sono illustrate in modo schematico nell’ideogramma della «bomba», riprodotto qui a fianco. Esse sono, cominciando dal basso:
1. Il servizio. È il grande segreto che abbiamo appreso da Gesù stesso. «Non sono venuto – egli dice – per essere servito, ma per servire e dare la vita per al salvezza di molti» (Mc 10,45). E aggiunge: «Vi ho dato infatti l’esempio perché come ho fatto io così facciate anche voi» (Gv 13,15).
Cerca la piaga e guariscila: questo è lo slogan che bisogna imprimersi bene in mente. Colui che si sente oggetto di un’attenzione sincera, di un amore sena calcolo e senza misura, si chiederà: "Perché e chi glielo fa fare?". È il momento di non lasciar cadere questa domanda.
2. La condivisione. Il fratello del quale abbiamo guadagnato la confidenza si apre al vangelo, varcando il ponte di amicizia che abbiamo costruito con il servizio. A questo punto possiamo condividere con lui la nostra testimonianza, dirgli qual è stata la nostra esperienza di salvezza e che posto occupa Gesù nella nostra vita.
3. La spiegazione. In questa fase avanzata di approccio occorre avere grande sensibilità, pazienza e carità per aiutare il fratello a chiarire dubbi, a superare pregiudizi, esitazioni e paure.
4. Affidamento e mandato. È giunto il momento di dire al fratello: "Quel Gesù che prima ha guarito me ora sta guarendo te". E lo si invita ad affidare la propria vita a Cristo e a impegnarsi per lui.
È la fase più delicata della pesca. Il pesce è nella rete, la rete è serrata, ma va tirata nella barca.
Ecco perché nel disegno della «bomba» c’è una strozzatura nella parte superiore e terminale. La rete sarà aperta sulla barca, cioè nella cellula.
5. Ingresso in cellula. Quando il fratello approda alla cellula si accorge di essere atteso e desiderato. Piegarsi sull’ultimo è il metodo di Gesù. Durante l’incontro di cellula il fratello sentirà il bisogno di approfondire il proprio impegno e di conoscere la comunità e il suo Pastore.
6. Ingresso nella comunità. La cellula fa parte di un corpo, la Chiesa  nella quale il nuovo discepolo trova naturalmente il suo posto. Avendo preso coscienza dei doni che il Signore gli ha fatto, desidererà a sua volta servire. Intanto viene invitato a compilare la lista del suo oikos per svolgere non più il ruolo di evangelizzato ma di evangelizzatore.
Nella cellula si fa esperienza di una COMUNITÀ DI MEDIAZIONE. Essa infatti si colloca tra la piccola comunità che è la famiglia e la grande comunità che è la Chiesa, con effetti benefici per l’una e per l’altra.
 

I SETTE FINI

La cellula ha sette fini:
1.      Crescere in intimità con il Signore
2.
      Crescere nell’amore reciproco
3.
      Condividere Gesù con gli altri
4.
      Svolgere il ministero nel corpo mistico che è la Chiesa
5.
      Dare e ricevere sostegno
6.
      Addestrare nuovi leaders7.      Approfondire la nostra identità di fede.

Questi sette traguardi tracciano un cammino collettivo di fede, e fanno della cellula UN LUOGO DI SANTITÀ dove il vangelo è vissuto.

QUANDO, DOVE, COME
La cellula, che è in costante moltiplicazione, si riunisce una volta alla settimana nella casa di uno dei suoi membri.
L’incontro dura circa 90 minuti, così scanditi:

1.      Canto e preghiera di lode
2.
      Condivisione (che cosa Gesù ha fatto per te, che cosa tu hai fatto per Lui)
3.
      Insegnamento del Pastore (inciso su nastro)
4.
      Approfondimento dell’insegnamento
5.
      Problemi pratici
6.      Preghiera di intercessione
7.
      Preghiera di guarigione.