Il processo di evangelizzazione dell’oikos si svolge in sei fasi che sono illustrate in modo schematico nell’ideogramma della «bomba», riprodotto qui a fianco. Esse sono, cominciando dal basso: 1. Il servizio. È il grande segreto che abbiamo appreso da Gesù stesso. «Non sono venuto – egli dice – per essere servito, ma per servire e dare la vita per al salvezza di molti» (Mc 10,45). E aggiunge: «Vi ho dato infatti l’esempio perché come ho fatto io così facciate anche voi» (Gv 13,15).
Cerca la piaga e guariscila: questo è lo slogan che bisogna imprimersi bene in mente. Colui che si sente oggetto di un’attenzione sincera, di un amore sena calcolo e senza misura, si chiederà: "Perché e chi glielo fa fare?". È il momento di non lasciar cadere questa domanda. 2. La condivisione. Il fratello del quale abbiamo guadagnato la confidenza si apre al vangelo, varcando il ponte di amicizia che abbiamo costruito con il servizio. A questo punto possiamo condividere con lui la nostra testimonianza, dirgli qual è stata la nostra esperienza di salvezza e che posto occupa Gesù nella nostra vita. 3. La spiegazione. In questa fase avanzata di approccio occorre avere grande sensibilità, pazienza e carità per aiutare il fratello a chiarire dubbi, a superare pregiudizi, esitazioni e paure. 4. Affidamento e mandato. È giunto il momento di dire al fratello: "Quel Gesù che prima ha guarito me ora sta guarendo te". E lo si invita ad affidare la propria vita a Cristo e a impegnarsi per lui.
È la fase più delicata della pesca. Il pesce è nella rete, la rete è serrata, ma va tirata nella barca.
Ecco perché nel disegno della «bomba» c’è una strozzatura nella parte superiore e terminale. La rete sarà aperta sulla barca, cioè nella cellula. 5. Ingresso in cellula. Quando il fratello approda alla cellula si accorge di essere atteso e desiderato. Piegarsi sull’ultimo è il metodo di Gesù. Durante l’incontro di cellula il fratello sentirà il bisogno di approfondire il proprio impegno e di conoscere la comunità e il suo Pastore. 6. Ingresso nella comunità. La cellula fa parte di un corpo, la Chiesa nella quale il nuovo discepolo trova naturalmente il suo posto. Avendo preso coscienza dei doni che il Signore gli ha fatto, desidererà a sua volta servire. Intanto viene invitato a compilare la lista del suo oikos per svolgere non più il ruolo di evangelizzato ma di evangelizzatore. Nella cellula si fa esperienza di una COMUNITÀ DI MEDIAZIONE. Essa infatti si colloca tra la piccola comunità che è la famiglia e la grande comunità che è la Chiesa, con effetti benefici per l’una e per l’altra. |