RIALZATI E VA AVANTI!...





Rialzati e vai avanti 
“Cosi parla il Signore: Se uno cade non si rialza 
forse? Se uno si svia non torna egli indietro? 
(Ger. 8:4) 

Quando un uomo cade, istintivamente prova a
rialzarsi perché la sua posizione naturale è eretta.
Se camminiamo a piedi o in macchina e a un certo
punto ci accorgiamo di aver sbagliato strada è
normale tornare indietro e cercare la via giusta.
Queste reazioni istintive fanno parte della natura
umana, della nostra personalità. E’ da
autolesionisti, da insensati cadere e voler a tutti i
costi rimanere a terra o sapere di aver sbagliato
strada e continuare imperterriti ad andare avanti.
Anche la nostra vita spirituale può fare appello  ad alcune reazione “istintive” che derivano dalla
presenza dello Spirito Santo in noi.
Purtroppo non tutti sono sensibili alle sollecitazioni  dello Spirito di Dio e, alcuni credenti che
cadono nel peccato, rimangono a terra senza neanche provare a rialzarsi, o peggio ancora,
continuano a cadere sempre più in basso; altri,  pur sapendo di aver deviato dalla giusta via,
proseguono il cammino con passo spedito sul sentiero sbagliato (Ger. 8:4-7).
Non c’è cosa più terribile di continuare a sbagliare, sapendo che si sta sbagliando!
Fratello, sorella, giovane: Rialzati e vai avanti!


1.  QUANDO SI RITORNA AL PECCATO 
L’ideale per un credente è quello di vivere una  vita santa, al centro della volontà di Dio, ma
purtroppo, può accadere che durante il cammino si viene meno e si ritorna al peccato.
Generalmente questo non accade di colpo. Succede che si comincia a scivolare a poco a poco e
ben presto ci si trova spiritualmente morti.
All’inizio, il difetto, la devianza può sembrare trascurabile, ma se non è giudicato
immediatamente diventa una brutta abitudine, , una cattiva inclinazione che condurrà alla caduta
e al ritorno ad una vita di peccato.
Alcuni non si rendono conto di essere tornati  indietro; altri valutando ciò che è accaduto si
autocompatiscono facendo appello alla loro debolezza, alla loro “carnalità”, come se fosse
sufficiente a scusare il peccato che è tornato a regnare.
Le conseguenze, per i credenti che hanno permesso al peccato di ritornare a far parte della loro
vita, sono devastanti: impotenza spirituale, scarso senso delle cose di Dio, amarezza, angoscia,
tristezza e altre simili cose.
Lo Spirito santo certamente non mancherà di rivelarci le nostre condizioni.
Se il tuo è uno stato di ritorno al peccato l’unica cosa da fare è andare  ai piedi del Signore: “Se
confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da
ogni iniquità” (1 Giov. 1:9).
“Se uno cade non si rialza forse?”. RIALZATI E VAI AVANTI! 


2.  QUANDO SI CADE NEL VIZIO E NELLE CATTIVE ABITUDINI 
Una cosa che si nota in alcuni “vecchi” credenti è il ritorno totale o parziale ad alcuni vizi o
abitudini che avevano bandito dalla loro vita al momento della loro conversione. Constatando ciò ci si chiede il perché, come sia possibile che, invece di maturare e crescere nelle
vie del Signore, si ritorni alla vanità, alla mondanità, al vizio.
La spiegazione possiamo trovarla nella Parola di Dio. Gesù disse, che negli ultimi tempi,
“l’amore dei più si raffredderà” (Matt. 24:12).
Il Signore Gesù rivolgeva una forte accusa ed un serio invito alla chiesa di Efeso: “Ho questo
contro te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto,
ravvediti, e compi le opere di prima” (Apoc. 2:4,5).
Quando si abbandona “il primo amore” per il Signore, per la sua volontà, si diventa superficiali
e ciò che un tempo era considerato contaminante, ora invece lo si giustifica e lo si accetta.
Diventa così cosa di poco conto  il vizio del bere, del fumo, il diventare frequentatori di bar,
cinema, sale da ballo o stringere amicizia intima con gente che non onora il Signore, anzi
ostacola la testimonianza cristiana.
Quando si abbandona “il primo amore” si diventa vanitosi, ci si contenta di” “apparire” invece
di “essere”.
Ciò che paradossalmente accade è che, alcuni, volendo “apparire”, appaiono anche male.
Visi che un giorno erano puri e candidi, si trasformano in maschere a causa dell’eccessivo
trucco; credenti che un tempo erano semplici, diventano degli “alberi di Natale” a causa di tutti i
gioielli e la “ferraglia” con cui si adornano.
Giovani e meno giovani, volendo dare risalto alla loro linea, indossano sconci vestiti attillati da
sembrare dei perfetti “salami insaccati”.
Il rimedio a questi vizi, a queste cattive abitudini è solo uno, quello proposto dal Signore Gesù
alla chiesa di Efeso: “Ricorda, dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di
prima; altrimenti verrò presto da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto, se non ti
ravvedi” (Apoc. 4:5).
RIALZATI E VAI AVANTI!


3.  QUANDO SI VIENE MENO NELL’AMORE FRATERNO
Quando Gesù viene ad abitare in un cuore porta con se l’amore di Dio. Questo amore si esprime
sia verso il Signore che verso i fratelli.
Il Signore ci chiama ad amarci, anzi la Sua Parola afferma che il nostro documento d’identità è
proprio l’amore: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli
uni per gli altri” (Giov. 13:35).
Il Signore afferma ancora nella Sua Parola che  “è buono e piacevole che i fratelli vivano
insieme!” (Salmo 133:8).
La condizione di vita dei credenti deve essere caratterizzata dall’amore.
L’uomo non può realizzare questa condizione con le  proprie forze, perché la sua natura è
malvagia, tende al male, all’odio, e basta che un torto gli sia fatto, perché si scatenino dentro di
lui sentimenti ostili.
I credenti sono persone speciali, persone che hanno permesso a Gesù di regnare nella loro vita,
persone che sono passati dalla morte alla vita e questo può essere dimostrato solo da un fatto:
dall’amore che hanno per i loro fratelli.
E’ triste trovarsi in chiese dove i membri   sono dei perfetti estranei. Il Signore ci aiuti a
cementare la nostra comunione fraterna con l’amore che Dio ha sparso nei nostri cuori.
Quando succede di venire meno nell’amore?
Quando si smette di piangere con chi piange e di gioire con chi è nella gioia; quando si rimane
indifferenti verso i problemi degli altri; quando non ci sentiamo coinvolti nelle sofferenze che i
nostri fratelli vivono.
L’apostolo Giovanni, detto anche l’apostolo dell’amore, evidenzia in modo magistrale l’amore
che deve esserci tra fratelli e come questo è la dimostrazione dell’amore che abbiamo per Dio:
“Carissimi amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. ...Noi amiamo
perché egli ci ha amati per primo. ...Se uno dice: Io amo Dio, ma odia suo fratello, è
bugiardo, perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha
visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche
suo fratello” (1 Giov. 4:7-21).
Se sei venuto meno nell’amore fraterno: RIALZATI E VAI AVANTI! 


4.  QUANDO SI CADE NEL PETTEGOLEZZO E NELLA MALDICENZA 
Lo Spirito Santo, attraverso l’epistola di Giacomo, ci descrive solennemente e chiaramente ciò
che è la lingua ed il peso che hanno le nostre parole: “La lingua...si vanta di tante cose,...è un
fuoco, è il mondo dell’iniquità,...contamina tutto il corpo,...dà fuoco al ciclo della vita,...è un
male continuo, è piena di veleno mortale” (Giac. 3:1-12).
Quante volte abbiamo sofferto  o abbiamo fatto soffrire altri a causa di una parola?
Quando si soffre a causa della lingua, per un po’ di tempo si diventa prudenti, ma se non si fa
attenzione è facile scivolare nuovamente nel pettegolezzo e nella maldicenza.
Alcuni credenti stanno molto attenti a non usare  espressioni malvagie o aperte calunnie nei
confronti di altri credenti ma spesso, con  facilità, cadono nel pettegolezzo, nella maldicenza,
anche velata, nei sottili mormorii, nell’insinuazione.
Questa nefasta abitudine produce effetti terribili nel credente ed impedisce la crescita spirituale.
“Il maldicente disunisce gli amici migliori” (Prov. 16:28).
Quando c’è maldicenza la chiesa vive nella paralisi, la testimonianza è contaminata.
Non v’è nessuna ragione di svelare le colpe e le manchevolezze degli altri se non per portarle
davanti a Dio in preghiera. Quanti dispiaceri sarebbero risparmiati se si ricordasse questo!
L’impotenza spirituale di alcuni credenti deriva  proprio dalla loro inclinazione al cattivo uso
della lingua, alla maldicenza, al pettegolezzo.
Se ci si permette tali cose, se le si tollera negli altri senza riprovarle, si dimostra una totale
mancanza d’amore.
So di stare scrivendo per dei credenti che desiderano vivere nella presenza del Signore; se è così
è bene che le nostre parole siano misurate dai pensieri di Dio.
Nulla può causare più sofferenza in seno al popolo di Dio e arrecare dolore al cuore dei credenti
di un cattivo uso della lingua.
Se sei caduto nel pettegolezzo e nella maldicenza, ti trovi in una brutta condizione che causa la
tua debolezza spirituale, che ti toglie la gioia  e, se non vi poni rimedio, danneggerà in modo
irreversibile la tua salvezza.
I giorni sono malvagi e noi cristiani siamo chiamati a riflettere la luce di Cristo Gesù in un
mondo che ci tiene sotto osservazione e che è pronto a disprezzare il nome del Signore a causa
del nostro comportamento e delle nostre parole.
Cosa fare? “Sbarazzandovi di ogni cattiveria, di ogni frode, , dell’ipocrisia, dell’invidia e di
ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale, perché con
esso cresciate per la salvezza, se davvero avete gustato che il Signore è buono”                
(1 Pietro 2:1-3).
RIALZATI E VAI AVANTI!


5.  QUANDO SI CADE NEL SERVIZIO
Servire il Signore è una cosa seria per credenti seri.
La felicità del credente deriva dal servizio che rende al Signore.
Se si pretende di essere felici senza prestare il dovuto servizio, si va incontro, inevitabilmente,
alla delusione.
Ho incontrato giovani che appena convertiti avevano un solo desiderio: servire il Signore. Questo è un desiderio che accompagna tutti coloro che hanno fatto una reale esperienza di fede,
che hanno fatto di Gesù il loro Salvatore e Signore.
Dobbiamo pur dire che sono molti coloro che non riescono ad andare oltre il desiderio, altri
invece iniziano bene il loro cammino con il Signore servendolo con zelo ma a un certo punto si
fermano o, peggio, ritornano indietro.
Poi vi sono anche coloro che svolgono un servizio  apparente, senza entusiasmo, ma in realtà
hanno perso di vista chi stanno servendo e quel che fanno lo fanno per abitudine o per mantenere
una certa posizione in seno alla chiesa.
Altri ancora non si preoccupano proprio di offrire il proprio servizio al Signore, preferendo le
“gioie” del dolce far niente.
Non è possibile servire il Signore con un cuore diviso o guardando continuamente indietro.
Per rendere un servizio gradito e utile è necessario che Cristo sia la persona più importante nella
nostra vita, che la Sua Opera sia la cosa a cui teniamo maggiormente.
Nella Parola di Dio c’è una maledizione che fa molto riflettere: “Maledetto colui che fa l’opera
del Signore fiaccamente” (Ger. 48:10).
Certo, tutti sappiamo che colui che non fa la volontà di Dio si attira addosso una maledizione
ma, attenzione, si attira addosso una maledizione anche colui che  “fa l’opera del Signore
fiaccamente”, chi serve il Signore senza entusiasmo, di malavoglia.
Risuonano alla mente le parole che Giosuè rivolse al popolo d’Israele: “Scegliete oggi chi volete
servire...quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore” (Giosuè 24:15).
Se sei caduto nel servizio, se sei venuto meno, se hai perso l’entusiasmo, fa agire lo Spirito
Santo nella tua vita, acquista coscienza delle giuste priorità, rispondi anche tu come il popolo
d’Israele: “Lungi da noi l’abbandonare il Signore...perché il Signore è il nostro Dio...Anche
noi serviremo il Signore, perché lui è il nostro Dio” (Giosuè 24:16-18).
RIALZATI E VAI AVANTI! 


I figli di Dio procedono la loro marcia verso il futuro, verso la gloria con rinnovato vigore.
Nella Parola di Dio abbiamo esempi di servitori del Signore che sono caduti, che hanno fallito in
qualche loro impresa; alcuni si sono rialzati, altri no.
Chi si rialza continua la marcia verso il cielo, chi rimane a terra, aggrappato al suo peccato, sarà
rovinato per sempre.
Dio si interessa a te, desidera aiutarti, trasformare il tuo fallimento in vittoria, a patto che ti presenti
ai suoi piedi senza nascondergli nulla.
Se sei venuto meno, confessa la tua colpa, la tua incapacità, il Padre ti attende con le braccia aperte,
desidera farti grazia.


RIALZATI, VAI AVANTI e procedi nel tuo cammino.